Curarsi ai fornelli con la cucinoterapia

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Secondo una recente ricerca il luogo ideale per 7 italiani su 10 nel quale staccare la spina e nel quale ritrovare armonia e serenità è la cucina. Per il 52 % di loro preparare da mangiare rappresenta un’esperienza multisensoriale capace di trasmettere benessere psicofisico e relax, mentre per il 34% un’attività capace di allontanare lo stress della vita quotidiana. Se il cibo può avere una valenza altamente consolatoria, preparare da mangiare, dunque, può rivelarsi un’esperienza terapeutica.

Dedicarsi ai fornelli, infatti, può essere la giusta occasione per dare attenzione a se stessi e a chi ci sta intorno. “Possiamo inserire la cucina- afferma la dott.ssa Bulgarelli- fra le attività che hanno particolari doti terapeutiche, come la musica, la pittura, il disegno, la fotografia e altre che hanno in comune il piacere, la passione, un nutrimento emotivo. Cucinare è anche un arte e l’arte è senza dubbio terapia. Tutto ciò che nutre emotivamente è terapeutico. Cucinare coinvolge più sensi e uno dei più efficaci e potenti è certamente l’olfatto oltre al gusto. In questo senso possiamo dire che anche la Cucina entra a far parte delle terapie suggerite a chi soffre di un disturbo d’ansia o di un disturbo dell’umore”.

 

 

Oltreoceano la chiamano Cooking Therapy, cucinoterapia, ossia curare se stessi e i rapporti con gli altri condividendo pentole, padelle e fornelli. Le star di Hollywood ne vanno pazze. Da Lady Gaga a Jennifer Lopez, passando per Eva Longoria e Kate Winslet. Ma quali sono i suoi benefici? Scopriamoli insieme.

 

Aumenta l’autostima

Cucinare può rivelarsi un’esperienza che ci consente di tirar fuori la nostra personalità, il nostro carattere e ci aiuta a credere in noi stessi. “Cucinare – dice la dott.ssa Bulgarelli – ci rende consapevoli di una capacità e di quanto possa essere il collante per stare insieme. Posso rendermi conto di quanto “io sia in grado di”. Di poter essere quindi capace di stare insieme ad amici e prendermi cura di loro attraverso il cibo che è anche accoglienza e convivio”.

Fonte: www.piusanipiubelli.it

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